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A.R.I. Cecina 

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Chi Sono 

I Radioamatori

Essere un Radioamatore 

 

La radio, intesa come mezzo per comunicare, è nata grazie a un giovane appassionato sperimentatore, precursore del Radioamatori: Guglielmo Marconi I Radioamatori sono coloro che ancora sperimentano nuovi metodi di comunicazione e nuove modalità di propagazione delle onde radio, restando così fedeli allo spirito originario. Scambiano con altri Radioamatori messaggi a carattere tecnico scientifico, senza alcuna distinzione di sesso, ceto, razza, idea politica, religione.

Il radioamatore, in gergo OM (acronimo dall'inglese Old Man) o ham, è uno sperimentatore, senza finalità di lucro, del mezzo radio e delle radiocomunicazioni intese nella più ampia accezione del termine. L'attività radioamatoriale viene classificata a livello internazionale come un servizio e prevede quindi dei diritti e doveri ben precisi. I radioamatori sono inoltre spesso attivi nell'ambito della protezione civile, tramite numerose associazioni riconosciute e organizzate a livello nazionale, dotate di mezzi adibiti a sala radio mobile e di altre svariate apparecchiature, in modo da poter essere operativi su tutto il territorio, in caso di necessità, nel minor tempo possibile. Su preventiva autorizzazione da parte del Ministero delle imprese e del made in Italy (MIMIT) dei radioamatori partecipanti, possono svolgere attività di radioassistenza a gare sportive, manifestazioni o altro tipo di eventi in collaborazione con enti locali e forze dell’ordine.

 

Il 7 marzo 1985, grazie all'allora Ministro della Protezione civile, Giuseppe Zamberletti, fu emanata un'ordinanza (n.782), dove fu disposto che tutte le Prefetture Italiane, il Ministero dell'interno e ovviamente il Dipartimento della Protezione civile, fossero collegate tramite stazioni HF-VHF Radioamatoriali e che fossero gestite e mantenute attive, da un gruppo volontario di radioamatori che in questo modo, potevano e possono ancora oggi garantire comunicazioni d'emergenza anche in caso di totale black-out dei sistemi di comunicazione standard o di gravi calamità naturali, dove solitamente i collegamenti classici, come telefoni cellulari, telefoni con filo, e quindi anche i collegamenti internet, vengono resi inutilizzabili.

Stazione Radio

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Adempimenti di legge che regolano l'attività

 

Il radioamatore, per poter operare e quindi essere abilitato al servizio, dovrà superare un esame scritto, indetto con cadenza in genere semestrale o annuale a seconda della Regione di appartenenza, dagli Ispettorati Territoriali Regionali del Dipartimento delle Comunicazioni del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per il conseguimento della patente di operatore di stazione di radioamatore.

 

Con il superamento dell'esame è concessa l'abilitazione ministeriale (detta anche "patente", valevole come documento d'identità ai sensi del D.P.R. 445/2000) con la quale il radioamatore potrà operare da una qualsiasi stazione radioelettrica, autorizzata, sulle frequenze e modalità tecniche per le quali la predetta patente è valevole, utilizzando l'indicativo di chiamata di questa stazione. Una volta appurato che non sussistono elementi pregiudizievoli sulla persona (ad esempio importanti precedenti penali o misure cautelari di sicurezza e prevenzione) è possibile ottenere dallo stesso Ministero "l'autorizzazione generale per l'impianto ed esercizio di stazione di radioamatore" propria (una volta chiamata "licenza di stazione"), la quale è identificata in tutto il mondo in maniera univoca da un nominativo radioamatoriale di stazione, anch'esso assegnato dal Ministero, che identifica sia la stazione sia il titolare.

 

Il radioamatore stesso, purché titolare di Autorizzazione generale all'impianto di stazione, potrà quindi progettare, modificare o costruire ex novo i propri radiotrasmettitori (e relative antenne) purché ottemperanti le specifiche tecniche stabilite dal Ministero. Ciò significa che il radioamatore non ha alcun limite di omologazione e può disporre di qualunque apparecchiatura radioelettrica per le proprie attività sperimentali.

Il nominativo radioamatoriale

 

Il nominativo radioamatoriale è composto da lettere e numeri, assegnati dall'autorità competente in ciascun paese (per l'Italia, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy). Il nominativo è divisibile in due parti: il prefisso ed il suffisso.

Nel caso del nominativo IK1AAA, il prefisso è costituito da IK1, mentre il suffisso è AAA. Il prefisso è formato a sua volta da un prefisso nazionale (IK nell'esempio, dove I indica che il nominativo appartiene ad una stazione italiana) e da un numero di call area (1). Il numero di call area varia in base al prefisso postale Cap. Zona 0: Lazio, Umbria e Sardegna; zona 1: Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta; zona 2: Lombardia; zona 3 Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia; zona 4: Emilia-Romagna; zona 5: Toscana; zona 6: Marche e Abruzzo; zona 7: Puglia e Basilicata; zona 8: Campania, Calabria e Molise; e infine zona 9: Sicilia.

I prefissi utilizzati fanno parte di assegnazioni stabilite in sede internazionale dalla Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU), emanazione delle Nazioni Unite. Alcuni esempi:

 

HB9 è un prefisso svizzero.

S51 è un prefisso sloveno.

PA1 è un prefisso olandese.

EA4 è un prefisso spagnolo.

PY1 è un prefisso brasiliano.

3A2 è un prefisso del Principato di Monaco.

VU2 è un prefisso dell'India

5V7 è un prefisso del Togo

HV5 è un prefisso del Vaticano

SV2/A è un prefisso del Monte Athos

Esempio Patente

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Esempio Licenza

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L' A.R.I. associazione rdioamatori italiani 

L'A.R.I. e' un Ente Morale che raggruppa il maggior numero di Radioamatori Italiani. Il radiantismo, a livello mondiale, e' una attività di istruzione e ricerca, che affratella ed unisce Popoli e Nazioni al di la delle barriere linguistiche e delle religioni.

 

In Italia e', in particolare, protagonista nel delicato settore della Protezione Civile.

 

L'ARI e' sempre stata con i Suoi volontari in prima linea in tutte le gravissime emergenze che hanno colpito il nostro Paese..

 

Essa ha inoltre sottoscritto importanti Convenzioni e Protocolli di intesa con il Ministero d'Istruzione, con Regioni e pubbliche amministrazioni, per il perseguimento dei propri fini sociali tra i quali spicca la formazione e l'indirizzo professionale dei giovani

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